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Qual è la scintilla che accende nell’animo degli umani il desiderio di viaggiare, leggere libri, vedere arte?...
Immanuel Kant è sicuramente uno dei fuoriclasse della storia della filosofia; tanto per fare un paragone con qualcosa di più familiare: Pelè, Maradona, Messi stanno al al calcio come Platone, Aristotele, Kant stanno alla filosofia...
In un momento in cui il pensiero umano era diviso tra i sostenitori della razionalità, come strumento per spiegare qualsiasi fenomeno universale, e i fautori delle dottrine dogmatiche, Kant riuscì a sintetizzare una teoria che rivoluzionò il modo in cui gli umani si rapportavano con il desiderio di conoscenza.
Kant disse semplicemente: “Ok vi dico come stanno le cose: tirate una riga, c’è una parte del mondo che è al di là della riga e noi non ne sappiamo nulla. C’è una parte del mondo che è al di qua della riga e di questa parte noi sappiamo tutto”.
La dimostrazione di questo è nei suoi scritti, ma quello che ci interessa qui è un dettaglio di tipo lessicale: lui chiamò il mondo conosciuto “fenomeno” e la parte al di là della riga con un nome bellissimo: “la cosa in sé”…
“La cosa in sé” è ciò che genera nell’animo umano quella specie di nostalgia, struggimento, desiderio, per la parte del mondo che non è nostro destino possedere. Quella parte al di là della riga è qualcosa che ci spaventa e ci attira, allo stesso tempo. E allora rimane nell’animo umano questa ricerca di esperienze interiori che per un attimo ci possano portare in quella parte da cui siamo stati strappati e che sentiamo “casa nostra”.
Per questo continuiamo a sentire musica, leggere poesie, vedere panorami, la bellezza della natura, posti nuovi. Sono tutti messaggi, cartoline da un mondo a cui non possiamo accedere ma in cui sappiamo con certezza di essere nati.
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